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60 RANOCCHINO.

— A che farne?

— Lo saprete poi. —

Quando fu il giorno, l’olio bolliva nella caldaia. Venne la vecchia e dietro a lei quel povero diavolo con un carro, su cui erano distesi i cadaveri dei sei figliuoli.

— Reginotta, — disse la vecchia — volete sposare Ranocchino? Bisogna prenderlo per un piede e tuffarlo tre volte in quell’olio. —

La Reginotta esitava.

— Tuffami, tuffami! — le disse Ranocchino.

Allora lei lo tuffò. Uno, due? Ma la terza volta le scappa di mano e casca in fondo alla caldaia. La Reginotta si svenne.

Il Re voleva far ammazzare la vecchia; ma questa, afferrati in fretta in fretta quei morticini e buttatili nell’olio bollente, cominciò a rimestare col suo bastone, e intanto cantava:

— Oh, il bel ranno! Oh, il bel ranno!

Presto fuori salteranno.

Infatti ecco il figlio maggiore che salta fuori vivo, il primo.

— Oh, il bel ranno! Oh, il bel ranno!

Presto fuori salteranno.