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56 RANOCCHINO.

— Ora rivolteremo questo cuoio, — disse la vecchia. — Io vi ci cucirò dentro. Scenderanno gli uccellacci e vi porteranno lassù. La notte, spaccherete il cuoio col coltello di diamante; e la mattina quando l’aquila e gli uccellacci saranno andati via per la caccia, attaccherete la corda alla cima, prenderete Ranocchino e la corona reale, metterete il coltello fra i denti e vi lascerete andar giù. —

Il Re esitava.

— E se la corda si spezzasse?

— Tenendo il coltello fra i denti non si spezzerà. —

Il Re, per amor della figliuola, si lasciò cucire dentro il cuoio. E, subito, ecco gli uccellacci di preda che lo afferrano cogli arti gli e se lo portano lassù.

La notte, spaccò il cuoio col coltello di diamante e andò a nascondersi in fondo a uno stanzino. Quando fu giorno, aspettò che l’aquila e gli uccellacci di preda andassero a caccia, attaccò la corda alla cima della torre, prese Ranocchino e la corona reale, e si lasciò andar giù.

E il coltello? L’aveva dimenticato.

Allora la corda cominciò a nicchiare:

— Ahi, ahi! Mi spezzo! Dammi da bere. —