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RANOCCHINO. 49

— Fàtti coraggio! — gli disse la vecchia. — Fruga in quel canto; c’è del pane e del formaggio: mangerete per questa sera. Domani a mezzogiorno, aspettami sotto le finestre del palazzo reale: sarà la tua fortuna. —

Quando i figliuoli lo videro tornare senza il fratellino, si misero a strillare.

— Zitti! Ecco del pane e del formaggio.

— Ma Ranocchino dov’è?

— È morto! —

Disse così per non esser seccato.

E il giorno appresso, prima dell’ora fissata, andava ad appostarsi sotto le finestre del palazzo reale. Aspetta, aspetta, la vecchia non compariva. La figlia del Re era a una finestra, che si pettinava. Lo riconobbe e gli domandò, per canzonatura:

— O quell’uomo, e Ranocchino ve l’han comprato? —

Ma prima che quello rispondesse, ecco la vecchia con una coda di gente dietro. La gente fece crocchio e la vecchia, nel mezzo, diceva:

— Ranocchino, porgi il ditino! —

E Ranocchino stendeva la zampina e porgeva il ditino alla vecchia. Gli altri avevano un bel dirgli: — Ranocchino, porgi il ditino: — non se ne

C'era una volta....

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