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42 | LE ARANCE D'ORO. |
Ma la Reginotta lo posò lì, senza neppur curarsi d’aprirlo. E piangeva.
— Cardellino traditore, te e il tuo padrone!
— Non siamo traditori, né io, né il mio padrone. —
Sentendosi rispondere dallo scatolino, la Reginotta lo aperse.
— Ah, cardellino mio! Quante lagrime ho sparse!
— La tua sorte volea così. Ora il destino è compito. —
Sua Maestà, conosciuto chi era quel contadino, le diè in dote l’albero che produceva le arance d’oro, e il giorno appresso la Reginotta sposò il Re di Francia.
E noi restiamo a grattarci la pancia.