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LE ARANCE D'ORO. 39

— Lo giuro. —

E gli aperse la gabbia. Ma il cardellino non tornò.

Una volta il Re domandò alla Reginotta:

— O il cardellino non canta più? È un bel pezzo che non lo sento.

— Maestà, è sulla muta. —

E il Re s’acchetò.

Un'altra volta, dopo parecchi mesi, tornò a domandare:

— O il cardellino non canta più? È un bel pezzo che non lo sento.

— Maestà, è un po' malato. —

E il Re s’acchetò.

Intanto la povera Reginotta viveva in ambascia:

— Cardellino traditore, te e il tuo padrone! —

E come s’avvicinava la stagione delle arance, pel timore del babbo, il cuore le diventava piccino piccino.

Intanto venne un'ambasciatore del Re di Francia che la chiedeva per moglie. Il padre ne fu lieto oltremodo, e rispose subito di sì. Ma la Reginotta:

— Maestà, non voglio: vo’ rimanere ragazza. —

Quello montò sulle furie: