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38 | LE ARANCE D'ORO. |
E andò via.
Da che il cardellino era in gabbia, le arance d’oro restavano attaccate all’albero da un anno all’altro.
Un giorno la Reginotta disse al Re:
— Maestà, quel cardellino vorrei tenerlo nella mia camera.
— Figliuola mia, prendilo pure; ma bada che non ti scappi. —
Il cardellino nella camera della Reginotta non cantava più.
— Cardellino, perché non canti più?
— Ho il mio padrone che piange.
— E perché piange?
— Perché non ha quel che vorrebbe.
— Che cosa vorrebbe?
— Vorrebbe la Reginotta. Dice:
Ho lavorato tanto, E le fatiche mie son sparse al vento. |
— Chi è il tuo padrone? Quello zotico?
— Quello zotico, Reginotta, è più Re di Sua Maestà.
— Se fosse vero, lo sposerei. Va’ a dirglielo, e torna subito.
— Lo giurate?