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LE ARANCE D'ORO. 37

— Se non mi farete più nulla, Maestà, ve lo dirò.

— Non ti farò più nulla.

— Son lì dove le avete viste; ma per riaverle bisogna conoscere un altro motto, e lo sanno due soli: il mercante e quel contadino che mi ha preso. —

Il Re lo mandò a chiamare:

— Facciamo un altro patto. Dimmi il motto per riprender le arance e la Reginotta sarà tua.

— Parola di Re?

— Parola di Re!

— Maestà il motto è questo:

Ti sto addosso;

Dammi l'osso.


— Va bene. —

Il Re andava e ritornava più volte colla bisaccia colma, e riportava a palazzo tutte le arance d’oro.

Allora si presentò il contadino:

— Maestà, la Reginotta ora è mia. —

Il Re si fece scuro. Dovea dare la Reginotta a quello zoticone?

— Quello è il tesoro reale: prendi quello che ti piace. Quanto alla Reginotta, nettati la bocca.

— Non se ne parli più. —