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36 | LE ARANCE D'ORO. |
tornava a riempirsele di questi. Così fino all’ultima stanza, dove, in un angolo, si vedevano ammonticchiate le arance d’oro del giardino reale.
C’era lì una bisaccia, e il Re la colmò. Or che sapeva il motto, vi sarebbe ritornato più volte.
Uscito fuor della Grotta, colla bisaccia in collo, trovò il contadino che lo attendeva.
— Maestà, la Reginotta ora è mia. —
Il Re si fece scuro. Dovea dare la Reginotta a quello zoticone?
— Domanda qualunque grazia e ti verrà concessa. Ma per la Reginotta nettati la bocca.
— Maestà, e la vostra parola?
— Le parole se le porta il vento.
— Quando sarete al palazzo ve ne accorgerete. —
Arrivato al palazzo, il Re mette giù la bisaccia e fa di vuotarla. Ma invece di arance d’oro, trova arance marce.
Si mette le mani nelle tasche, i diamanti son diventati tanti gusci di lumache!
— Ah! quel pezzo di contadinaccio gliel’avea fatta!... —
Ma il cardellino la pagava.
E tornò a martoriarlo.
— Dove sono le mie arance d’oro?