Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
34 | LE ARANCE D'ORO. |
— Maestà, il patto fu questo.
— Vuoi delle gioie? Vuoi dell’oro?
— Tenetevi ogni cosa. Sarà quel che sarà! —
E andò via.
Il Re disse al cardellino:
— Ora che ti ho tra le mani, ti vo’ martoriare. —
Il cardellino strillava, sentendosi strappare le penne ad una ad una.
— Dove son riposte le arance d’oro?
— Se non mi farete più nulla, Maestà, ve lo dirò.
— Non ti farò più nulla.
— Le arance d’oro son riposte dentro la Grotta delle sette porte. Ma c’è il mercante, col berrettino rosso, che fa la guardia. Bisogna sapere il motto; e lo sanno due soli: il mercante e quel contadino che mi ha preso. —
Il Re mandò a chiamare il contadino.
— Facciamo un altro patto. Vorrei entrare nella Grotta delle sette porte, e non so il motto. Se me lo sveli, la Reginotta sarà tua.
— Parola di Re?
— Parola di Re!
— Maestà, il motto è questo:
Secca risecca!
Apriti, Cecca.