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Poi andò in un’altra città:

— Fiabe, bambini, fiabe! Chi vuol sentire le fiabe? —

E ricominciò da capo. I bambini contentissimi.

Ma, infine, erano sempre quelle: Spera di sole, Ranocchino, Cecina, Il cavallo di bronzo, Serpentina, Testa-di-rospo.... Sicchè, all’ultimo, i bambini si seccarono e, appena cominciava: «C’era una volta....» lo interrompevano:

— La sappiamo, la sappiamo a mente!

— Che cosa farne di quelle fiabe, ora che i bambini non volevano più sentirle, perchè le sapevano tutti a mente? —

Pensò di regalarle al mago Tre-Pi, per metterle nei cassetti, colle altre fiabe imbalsamate.

E andò a trovarlo.

Al cancello c’era il solito mastino:

— Chi cerchi da queste parti?

— Cerco il mago Tre- Pi.

— È fuori: aspetta. —

Sul tardi, ecco il mago Tre-Pi, nero come il pepe, col suo barbone nero e quei suoi occhi neri che schizzavano fuoco:

— Sei tornato di nuovo! che vuoi da me?

— Nulla, buon mago; vengo anzi a farvi un regalo. Queste son fiabe nuove e nei vostri cas-