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Giusto in quel giorno, la sua mamma, avendo bisogno d’un servigio, aveva detto:

— Codina, codina,

Servi la tua mammina! —

Ma la codina non si era mossa.

— Ah, codina, codina! — esclamò quella mamma desolata: — Topolino è in pericolo; andiamo a soccorrerlo, presto! —

E si avviarono, la codina avanti, e lei dietro, finchè non giunsero alla capitale del regno e non entrarono nel giardino reale, mischiati alla folla che accorreva per la curiosità di osservare Topolino dentro la trappola. Quel giorno Topolino doveva esser bruciato. La trappola era stata unta tutta d’olio e di grasso; s’aspettava il Re e la corte per appiccargli fuoco.

La codina spiccò un salto e andò ad appiccicarsi al codone di Topolino.

— Topolino ha la coda! Lascia vedere la coda, Topolino! —

E Topolino, che si era subito ringalluzzato, si voltava compiacente e dimenava la coda, come se non avesse capito la condanna che gli stava sul capo. La gente rideva e batteva le mani. Ora che