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di-rospo che dormiva, in fondo, sopra un letto lavorato d’oro e di pietre preziose, con cortinaggi di seta e lenzuola bianche più della spuma.

E non aveva più quella schifosa testa di rospo; ma era così bella, che, al paragone, la Gigliolina, bella e bianca come un giglio, sarebbe parsa proprio una megera.

Accecata dal furore, la Regina pensò:

— Ora entro, e mentre dorme, la strozzo colle mie mani. —

Ma il muro si richiuse a un tratto, e lei vi battè la faccia e si ammaccò il naso.

Senza aspettare che facesse giorno, tornò su in camera.

Sentiva nelle carni un brucìo, un gonfiore!... Stende una mano, e si scorge che, da capo a piedi, era piena di zecche.

Si sveglia il Re: è pieno di zecche anche lui.

Si svegliano i ministri, le dame di corte, insomma tutte le persone del palazzo reale; son tutti, da capo a piedi, pieni di zecche; e, dal prurito e dal dolore, non possono reggere:

— Accidempoli alla Regina, che volle dormire nel canile! —

Il Re corse di nuovo da Testa-di-rospo.

— Figliuola mia, dàcci aiuto!