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vesti, ne seminava per terra cataste che annerivano il pavimento.

Così per le stanze del palazzo; ma più scoteva e più gliene brulicavano addosso e se la rodevano viva viva.

In un momento, Re, ministri, dame di corte, gente di palazzo, tutti si videro assaliti da quelle bestioline affamate, che davano morsi da portar via la pelle; e tutti urlavano:

— Accidempoli alla Regina che volle entrare nel canile! —

Il Re corse subito da Testa-di-rospo:

— Figliuola mia, dàcci aiuto!

— Mamma cagna, dategli aiuto! —

Mamma cagna si mise a girellare per le stanze:

— Bau, bau! Bau, bau! —

E sentendola abbaiare, tutte le pulci saltavano addosso a lei.

La Regina non si stimò castigata abbastanza e insistette:

— Testa-di-rospo, questa notte vengo a dormire con te.

— Maestà, in un giaciglio!

— Per una volta, potrò provare. —

Si acconciò alla meglio, e finse di dormire.