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bella della luna e del sole. Non gli parea neppur vero! Intanto che cosa era accaduto? Era accaduto che i suoi ministri e il popolo ritenendolo per matto, si erano dimenticati di lui e avevan dato, da parecchi anni, la corona reale a un suo parente.
Il Re, infatti, si presenta al palazzo reale colla sposa sotto braccio e i soldati di sentinella:
— Non si passa! Non si passa!
— Sono il Re! Chiamate i miei ministri! —
Che ministri? I vecchi eran morti e quelli del nuovo Re lo lasciavano cantare.
Si rivolge al popolo:
— Come? Non riconoscete il vostro Re? —
Il popolo gli ride in faccia e non gli dà retta.
Disperato, ritorna al campicello, dal contadino. Dov’era il pagliaio, vede, con sorpresa, un palazzo che pareva una reggia. Monta le scale, e invece del contadino, gli viene incontro un bel vecchio con tanto di barba bianca: era il gran mago Sabino.
— Non ti scoraggiare! — gli disse questi.
E lo prese per mano, e lo condusse in una magnifica stanza, dove c’era un catino pieno di acqua.