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SPERA DI SOLE. | 23 |
— Tutte le ricchezze del regno, se gli rilasciava il figliuolo!
— Sono più ricco di lui! —
A questa risposta del mago, la costernazione del Re fu grande. Spedì daccapo i corrieri:
— Che voleva? Parlasse: il Re avrebbe dato anche il sangue delle sue vene.
— Una pagnotta e una stiacciata, impastate, infornate di mano della Regina, e il Reuccio sarà libero.
— Oh, questo era nulla! —
La Regina stacciò la farina, la impastò, fece la pagnotta e la stiacciata, scaldò il forno di sua mano e le infornò. Ma non era pratica; pagnotta e stiacciata furono abbruciacchiate.
Quando il Mago le vide, arricciò il naso:
— Buone pei cani! —
E le buttò al suo mastino.
La Regina stacciò di nuovo la farina, la impastò e ne fece un’altra pagnotta e un’altra stiacciata. Poi scaldò il forno di sua mano e le infornò. Ma non era pratica. La pagnotta e la stiacciata riusciron mal cotte. Quando il Mago le vide, arricciò il naso:
— Buone pei cani! —
E le buttò al mastino.