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Eran passati novamente sei anni, sei mesi e sei giorni, e il Re, dalla contentezza, già si fregava le mani.

Ma la sua disgrazia volle che una notte il contadino cavasse di tasca lo zufolo e, tì, tìriti, tì, comparisse la ragazza e si mettesse a ballare come non aveva ballato mai, con una grazia, con una sveltezza! Il povero Re non potè più frenarsi e le corse incontro e l’abbracciò:

— Sarai Regina! Sarai Regina! —

E che cosa si trovò fra le braccia? Un ceppo bitorzoluto.

— Ah, Maestà, Maestà!

Chi tocca stronca,

Chi parla falla!

Il Re pareva di sasso:

— Bisognava ricominciare?

— Bisognava ricominciare! —

E ricominciò:

— Sole, bel sole,

Patisco per amore;

Pioggia, pioggia bella,

Patisco per la donzella! —

Questa volta però stette bene in guardia, e ai sette anni fissati ebbe finalmente la ragazza, più