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il Re non seppe più frenarsi, le corse incontro e l’abbracciò, gridando:
— Sarai Regina! Sarai Regina! —
Fu un lampo. E, invece della ragazza, che cosa si trovò fra le braccia? Un ceppo bitorzoluto!
— Maestà, ve l’avevo pur detto io:
Chi tocca stronca, Chi parla falla! — |
Il Re pareva di sasso:
— Bisognava ricominciare?
— Bisognava ricominciare! —
E ricominciò.
Si abbrustoliva al sole:
— Sole, bel sole Patisco per amore! — |
Si lasciava conciare dalla pioggia.
— Pioggia, pioggia bella, Patisco per la donzella! — |
E quando il contadino cavava di tasca lo zufolo e, tì, tìriti, tì, la ragazza ricompariva e si metteva a ballare, lui se la divorava cogli occhi, da un cantuccio, zitto e cheto come l’olio. Non se la sentiva di ricominciare.