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Di tanto in tanto, la notte, il contadino cavava di tasca lo zufolo, e prima di sonare, gli diceva:

— Maestà, rammentatevi bene:

Chi tocca stronca,

Chi parla falla! —

E tì, tìriti, tì, di botto il pagliaio diventava una reggia; e tì, tìriti, tì, compariva la ragazza più bella della luna e del sole.

Il Re se la divorava cogli occhi, mentre quella ballava. Dovea fare proprio un grande sforzo per non slanciarsi ad abbracciarla e non dirle: Sarai Regina!. La passione lo conteneva.

Eran passati sei anni, sei mesi e sei giorni. Il Re, dalla contentezza, si fregava le mani.

Fra poco quella ragazza più bella della luna e del sole sarebbe stata sua sposa! E lui se ne tornerebbe al palazzo reale, Re come prima e più beato di prima!

Ma la sua disgrazia volle che una notte il contadino cavasse di tasca lo zufolo, e si mettesse a sonare senza ripetergli:

— Maestà, rammentatevi: chi tocca stronca, chi parla falla. —

Quando, tì, tìriti, tì... apparve la ragazza più bella della luna e del sole, e si messe a ballare,