Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— Troppa fretta, Maestà! Ora non potrò più maritarmi! —
Serpentina non avea avuto il tempo di far pelle nuova. E dava in un dirotto pianto; era inconsolabile:
— Lasciatemi qui sola. Anderò dalla Fata gobba. —
Non potendola persuadere altrimenti, il Re l’abbandonò in mezzo al bosco e tornò al palazzo reale.
Ma Serpentina, gira di qua, gira di là, non trovava l’uscita. Vide uno scarafaggio:
— Scarafaggio, bel scarafaggio! Se mi conduci dalla Fata gobba, ti faccio un magnifico regalo.
— Non la conosco. —
E tirò via.
Più in là, vide un topolino:
— Topolino, bel topolino! Se mi conduci dalla Fata gobba, ti faccio un magnifico regalo.
— Non la conosco. —
E tirò via.
Più in là ancora, vide un usignuolo in cima a un albero:
— Usignuolo, bell’usignuolo! Se mi conduci dalla Fata gobba, ti faccio un magnifico regalo.
— Mi dispiace, ma non posso. Aspetto la bella dal dente d’oro che deve passare di qui.