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Ma, senza curarsene, prese i gusci delle lumachine che aveva già vuotati, e con un po’ di saliva glieli applicò bellamente dov’era il posto degli orecchi; la Reginotta ebbe gli orecchi.
Il giovane si rivolse al Re e disse:
— Maestà, son vostro genero. —
Come intese quella voce, la Reginotta cominciò a urlare:
— Mi ha detto: strega! Mi ha detto: strega! —
Il povero giovane, a questa nuova uscita, sbalordì:
— È opera del mago! —
E tornò dalla fata.
— Fata, dove sei?
— Ai tuoi comandi. —
Le narrò la sua disgrazia.
La Fata sorrise e gli domandò:
— Le hai tu tolto di dito l’altro anello del mago?
— Mi pare di no.
— Vai a vedere; sarà questo. —
Come la Reginotta ebbe tolto di dito quell’altro anello, tornò gentile e tranquilla.
Allora il Re le disse:
— Questi è il tuo sposo. —