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E gli buttò dalla finestra le lumachine richieste.
Il giovanotto tornò dal mago:
— Ho portato ogni cosa. —
Il Mago gli disse come doveva fare, e il giovanotto stava per andarsene:
— Mi lasci qui incatenato?
— Lo meriteresti, ma ti sciolgo. Se mi hai ingannato, guai a te! —
Il giovane si presentò al palazzo reale e si fece condurre dalla Reginotta.
Le aperse la bocca, vi mise dentro quel pezzettino di panno rosso, e la Reginotta ebbe la lingua. Ma le prime parole che disse furon contro di lui:
— Miserabile ciabattino! Via di qua! Via di qua! —
Il povero giovane rimase confuso:
— Questa è opera del mago! —
Senza curarsene, prese i due semi di lenti, con un po’ di saliva glieli applicò sulle pupille spente, e la Reginotta ebbe la vista. Ma appena lo guardò, si coprì gli occhi colle mani:
— Dio, com’è brutto! Com’è brutto! —
Il povero giovane rimase:
— Questa è opera del mago! —