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SPERA DI SOLE. | 17 |
così saliva spesso le scale del palazzo reale, coi piedi scalzi e intrisi di mota. La Regina le domandava:
— Tizzoncino, perché non ti lavi la faccia?
— Maestà, ho la pelle fina e l’acqua me la sciuperebbe.
— Tizzoncino, perché non ti pettini?
— Maestà, ho i capelli sottili, e il pettine me li strapperebbe.
— Tizzoncino, perché non ti compri un paio di scarpe?
— Maestà, ho i piedini delicati; mi farebbero i calli.
— Tizzoncino, perché la tua mamma ti chiama Spera di sole?
— Sarò Regina, se Dio vuole! —
La Regina ci si divertiva; e Tizzoncino, andando via colla sua asse sulla testa e le pagnotte e le stiacciate di casa reale, rideva, rideva. Le vicine che la sentivan passare:
— Tizzoncino fa l’uovo! —
Intanto ogni notte quella storia. Le vicine, dalla curiosità, si rodevano il fegato. E appena vedevano quello splendore che abbagliava e sentivano il ritornello della vecchia, via, tutte dietro l’uscio: non sapevano che inventare.
C'era una volta....