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200 L'UOVO NERO.

Re: — Se non mi liberi del gallo, ti fo mozzare la testa. — Che debbo rispondere?

— Rispondi: Maestà, voi non avete figliuoli; adottatelo per figliuolo, si cheterà. —

Il Re, messo colle spalle al muro, risolvette di adottarlo. Ma giovò poco.

Con tutte quelle galline, il palazzo reale era diventato un pollaio. Il Re, la Regina, i ministri, le dame di corte, i servitori, tutti si sentivan pieni di pollìna dalla testa ai piedi, e non potevano reggere. E poi, schiamazzate di qua, chicchiriate di là; aveano il capo come un cestone.

Il popolo imprecava a denti stretti:

— Accidempoli al gallo, alle galline e a che li fa allevare!

— Senti, strega — disse il Re. — Se fra un giorno non mi spazzi gallo e galline, pagherai con la tua testa.

— Maestà, qui ci vuole la Fata Morgana; mandatela a chiamare. —

Il Re mandò a chiamare la Fata Morgana. La Fata rispose:

— Chi vuole vada, chi non vuole mandi. —

E il Re dovette andarci egli stesso in persona.

— Maestà, finchè quel gallo non sarà diventato un uomo al pari di voi, non avrete mai pace.