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Allora il Nano disse al Re:
— Maestà, datemi un pugno sulla gobba! Non abbiate paura. —
Il Re gli diede un pugno sulla gobba e questa sparì.
— Maestà, datemi una tiratina alle gambe! Non abbiate paura! —
Il Re gli diede una tiratina alle gambine, e queste, di bòtto, si raddrizzarono.
— Maestà, afferratemi bene, la Regina per le braccia e voi pei piedi, e tiratemi forte. —
Il Re e la Regina lo afferrarono l’uno pei piedi, l’altra per le braccia, e tira, tira, tira, il Nano, da nano che era, diventò un bel giovine di alta statura.
Il Reuccio del Portogallo si persuase ch’era di troppo e disse:
— Datemi almeno quel cavallo: farò la strada più presto. —
Montò sul cavallo di bronzo, e dette le parole fatate, in un colpo sparì.
La Reginotta e il Nano (lo chiamarono sempre così) furono moglie e marito.
E noi restiamo a leccarci le dita.