Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
E tutto allegro disse al ciaba:
— Proviamo. —
Il ciaba chiamò la figliuola, senza dirle del Re; e come questi se la vide dinanzi, restò più abbagliato di prima.
— Buon giorno, bella ragazza.
— Buon giorno, signore. —
Lei non sapeva nulla della malìa. Suo padre, che sarebbe stato felice di vederla Regina, le domandò:
— Non ti senti nulla?
— Nulla. Che cosa dovrei sentirmi? —
Il povero Re, gli parve di morire a quella risposta. E stava per andarsene zitto zitto; quando il servitore, ch’era rimasto in un canto, credette opportuno di dire sottovoce alla ragazza:
— Badate, è Sua Maestà!
— Ahi! Ahi! Ahi! —
La ragazza si sentiva un’atroce puntura al dito mignolo, e scoteva la mano:
— Ahi! Ahi! Ahi! —
Figuriamoci il viso del Re, come capì che quella ragazza, la più bella del mondo, era destinata a quel tanghero del suo servitore!
Prese in disparte il ciaba e gli disse: