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La maggiore buttò la nocciuola in terra e la pestò col calcagno. La nocciuola schizzò sangue. C’era dentro un bambino piccino piccino: lei gli aveva schiacciata la testa!
Il Re, visto quell’atto di superbia e il bambino schiacciato:
— Olà! — gridò — levatemela d’innanzi; mozzatele il capo! —
E, senza pietà nè misericordia, la fece mettere a morte.
L’altra, nello stesso tempo, avea cavato il turacciolo alla boccetta e, affacciatasi a una finestra, n’avea versata tutta l’acqua.
Sotto la finestra passavano dei ragazzi che trascinavano un gatto morto. L’acqua cadde su questo, e il gatto risuscitò.
— Ah, scellerata! — urlò il Principe. — Hai tolto la sorte ai nostri figliuoli! —
E in quel momento di furore, la strangolò colle sue mani.
Il babbo tornò dalla figliuola minore, e raccontò, piangendo, quelle disgrazie.
— Babbo mio, mangiate e bevete, e prima di sera andate via. Se Re Sole vi trovasse, rimarreste incenerito. Appena avrò buone notizie, vi manderò a chiamare. —