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la scena del fuoco sono meravigliose. Ma quello che più d’ogni altro (non parlo del quadro dell’Altare) ferma, e sorprende, è il piccolo e preziosissimo dipinto, che vedesi sotto l’Altare. In questo ha il nostro Giovanni tolto a rappresentare alcuni Angioletti, che pongono il corpo della Santa in un deposito, sul monte Sinai. La filosofia, con che il nostro dipintore ha trattato questo argomento, mostra da qual criterio fossero dirette le sue idee, in mezzo alle sue stravaganze. Ecco in qual maniera egli lo ha concepito. Tre graziosissimi Angioletti sostengono in bel modo il corpo veramente morto della Santa, in atto di deporlo nel sepolcro sottoposto, mentre il quarto tenendo con bella grazia la recisa testa, al tronco l’avvicina, sì, che sembra tuttora appartenergli: onde è che con questa ingegnosa trovata, ha saputo Giovanni con moltissimo avvedimento, torre non solo la deformità e ribrezzo che produce un reciso corpo, ma accrescer grazia grandissima a questo, ed aumentare l’interesse che dal fatto resulta. Non è da dubitare, che se questo maraviglioso dipinto, anzi che trovarsi sotto remoto e privato Altare, si trovasse in mezzo alle più accreditate produzioni dell’arte, non temerebbe certamente al confronto, sebbene (ad eccezione delle teste) ne sia la esecuzione corsa ed ardita. La testa della Santa è bella, come il più bel Domenichino. Le estremità son mosse, e segnate con indicibile grazia e sapere. Le pieghe, sebbene scritte con un solo oscuro, sopra una tinta locale, producono sorprendente effetto: il movimento è giusto, e si legge benissimo, e senza ostentazione la forma e l’andamento del corpo che vi sta sotto. Questa maravigliosa operetta, forse getto vergine del pennello di Giovanni, credo che sola servirebbe a mostrare