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LIB. II.

Natura che quella età dell'oro dovea tostamente convertirse non che in argento, et rame, ma in ferro: nel qual tempo l'arme de forti non scacciarebbono l'ingiurie, ma le farebbono: acciò che tutti non fussimo macchiati di tanto errore, et diventassimo di noi stessi micidiali: all'una delle due parti ritolse l'arme; che prima al tempo delle Amazoni et avanti le havea concedure. accioche à questo mondo qualche giustitia in terra si conservasse; et non havesse un altra volta il mondo (come averrebbe rimanendone privo) à ritornar nell'antico et primo Chaos. Questo, disse messe Lancino, di che il Poeta ragiona, cioè delle forze, più che à noi, à voi Musicola appartiene: che ogni giorno v'affaticate giocando, et armeggiando di man tenerle. Non per fare, egli rispose, contra la giustitia; ne mi giova esser forte per restar superiore alle donne: ma per difenderle, quando sia mistiero più con fatti, che non faccia il Poeta con parole. Poesia adunque, soggiunse il Poeta, che hora il difenderle à me con parole appartiene; havendo dichiarato, quanto la Natura le sia stata benigna et favorevole in dotarle abbondevolmente di tutti i beni sopradetti: rispondero à gli accusatori loro; et per meglio confutargli, oltra la maggioranza proverò etiandio l'egualità: et dico che le femine sono di necessità di Natura, perché la generatione humana senza loro non si può conservare; et nelle cose che altrimenti esser non possono; come disse Crasso Romano censore nella oratione per lui fatta contra Domitio suo compagno;