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LIB. II. 38

lasciando dell'amore à figliuoli portato; che par quasi impossibile che la donna piu non gli ami, havendogli pur nove mesi con tanta cura, et sollecitudine nel propio ventre portati, et nodriti: che diremo di quello verso i mariti; il quale, avegna che ogni amore sia senza misura et freno, nondimeno tutti gli altri avă(n)za. Perche Valerio prudĕ(n)temente ne fatti memorabili un capitolo ne scrisse; et per lo cŏ(n)trario nŏ(n) pose quello de mariti verso le mogli percioche molto havria penato à trovarne essempi; dove di femine valorose molti se ne truovano; che hanno mille pericoli corsi, et che si sono mille volte alla morte isposte ò per la salute loro, ò per nŏ(n) vivere doppò il lor fine; come fece Alcesta, Hipsicrathea, Arthemisia, Laodomia, Evadne, Valeria, Portia, Deidamia, et come se scrive delle dŏ(n)ne dell'India; che secondo la loro consuetudine, abbrugiando i corpi de mariti, vive dĕ(n)tro le fiă(m)me del funeral rogo si gettavano; stimando convenevole al maritale amore con essi insieme vivere, et morire. Quanto etiă(n)dio all'amore, che per bellezza, et costumi laudevoli e giovenili cuori invischia; credesi p(er) molti le dŏ(n)ne vincere. conciosiacosa'che essendo nell'ombrose case nodrite quasi in solitudine, cosa acconcia à secondare i piaceri d'amore; et essendo loro tolti mille altri studi à gli huomini conceduti, d'uccellare, di cacciare, di giostrare, et d'armeggiare; i quali piaceri hanno forza d'estinguere ogn'amorosa fiamma; che le resta altro, se non con pensieri continoui nudrire il fuoco, che le consuma? si come l'innamorato poeta Ovidio dice di Hero scrivendo all'amante suo Leandro. Voi hora cacciando, hora pescando, hora