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DELL’ANTHROPOLOGIA

namenti suoi. Gran carità è quella delle donne, disse il Musicola, che non tanto delle facultà, quanto ancora di loro stesse sono limosinevoli, et liberali. Ah, soggiunse madonna Iphigenia, voi siete troppo aspro contra le donne. Anzi, disse egli, havendo questa notte meglio pensato voleva lodarle. Questo hoggi, replicò il Poeta, fie mia cura: et per seguire l’ordine incominciato della speranza et della fede; dico che chiaramente si vede quanto in queste due parti le femine vagliano. perioche dove ne casi adversi gli huomini bestemmiano Iddio, et santi; et tal volta presso che disperati deliberano trappassar sempre la vita in sceleragine, le donne dicono sia Iddio lodato; et all’hora più ricorrono alla divotione, come a fontana di salute. Il medesimo si può dire della fede. Conciosiacosa che nella morte di colui che morendo ridusse tutta l’humana generatione dannata à perpetua morte ad immortale vita; gli huomini, avegna che infiniti miracoli veduto havessono, nondimeno perderono la fede, et nelle donne solamente rimase; et se ciò non basta; pigliate argomento dall’arte magica, et da queste incantagioni, che ogni giorno si fanno, le quali (lasciamo che vere ò false si siano percioche hora non appartiene investigarlo) tutte nella fede consistono; credendosi quei che le usano trarre con sue parole la rotonda Luna et le scintillanti stelle del cielo; et con sugo d’herbe, et con altre sue novelle gli huomini in bestie cangiare; et communamente più femine che maschi à cotal arte danno opera; come habbiamo della Thebana Manto, di Medea, di Circe, et di tutte le donne anticamente di Thesaglia, et ne nostri tempi veggiamo que-