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LIB. I. 18

farò principio da Cyro il maggior Re di Persia; la vita del quale scritta da Xenophonte ad essempio d'ottimo imperadore Scipione Africano sempre portava seco. Grandissimo è il nome di Xerse, che con seicento migliaia d'huomini passò in Grecia; et con un ponte havendo infinite navi congiunse l'Asia all'Europa; la cui perdita diede à gli Atheniesi fama immortale; et principalmente à Themistocle; il quale abbandonata la patria seguita la voce dell'oraculo, i suoi cittadini nelle navi ridusse: et con poche genti mise in fuga de Persi l'innumerabile moltitudine, aggiunta l'astutia d'insegnargli la strada per fuggire; accioche ripigliando animo dal pericolo, non racquistassero la perduta vittoria. Non fu minore la gloria di Leonida, che con trecento huomini scielti del fiore della grecia havea tentato chiudere il passo à Xerse; et puote essere dal numero oppresso, ma non vinto. Milciade hebbe grandissima gloria ne campi di Marathona, et Cymone, et Arystide, et molti altri Atheniesi, i quali rapportarono tante vittorie, che fecero la patria loro, quantunque piccola, sopra tutta la Grecia triomphante. La nobiltà d'Athene essaltò tanto più Lysandro, et Lacedomonii; i quali nella contesa dell'imperio del Peloponnesso soggiogarono Athene; et benche pochi fossero, nondimeno fecero fatti grandissimi. Talche di queste due città uscirono tanti valorosi capitani quanti mai d'altronde. Non men degno di laude fu Epaminunda Thebano massimamente nella morte; quando gravemente ferito dimandò se in mano de nemici fosse lo scudo suo pervenuto; et intesto esser salvo, morì lieto,


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