Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/26

DELL'ANTHROPOLOGIA

Aristotile volle non solamente alla felicità humana appartenere i beni dell'animo, et la virtù; ma ancora le facultà, che sono beni della Fortuna; le quali ogn'uno disidera; et pare che non per altro la industria nostra, che per quelle s'affatichi. Come si vede ne fanciulli; i quali tosto che sanno parlare, et cominciano à farsi capaci di ragione, sono messi da lor padri alla scuola accio che indi habbiano piu spedita via alla mercantia, et al guadagno. Con le ricchezze etiandio le famiglie si mantengono. le degnità, et gli honori si conservano, le commodità del viver si truovano; et senza quelle la vita non ha alcuna giocondità; anzi à molti è pegio che morte. Quanta contentezza ha l'huomo ricco? che non solamente à se et à suoi provede; ma anco verso i forastieri puo mostrare liberalità, et donare i bisognosi, la quale cosa à mio giuditio è il principale, anzi il solo frutto delle ricchezze. E' laudata appresso Greci la liberalità di Cymone; che in tutti quelli della fattione sua fosse largo; si che ogn'uno di loro che ad Athene, ò alle ville sue venisse, poteva in casa di esso haver albero. Non meno è celebrata la liberalità di Lucullo, di Cesare, di Alessandro, et di molti altri Prencipi. Et nella città nostra, et altrove veggiamo che senza robba (se qualche eccellente virtù non ci dà fama) niuno può haver nome; et quelli che possono sovenire à bisogni d'altri, et volentieri lo fanno, si truovano per bocca degli huomini infinitamente lodati; et rade volte accade che la povertà soglia à grado di degnità. Anzi come le facultà fanno l'huomo splendido, cosi la inopia lo fa vergognoso, et timido à farsi conoscere;