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DI M. VICENZO MAROSTICA.
D’Aletto, èrri se ad Adria far quelle onte
Speri, che festi intorno a Laocoonte,
Perche ella è palla, et non è in lei peccato.
5Se forse anco qual Eva hai destinato
Di farla declinar dall’orizonte
Del paradiso, in van sudi la fronte,
Che secco, e nudo è l’albero vietato.
Se innovar d’Euridice la sventura
10Credi, sia al tuo velen la rabbia spenta,
Perche Vinegia è una donzella pura,
Che nel virgineo suo grembo addormenta
Gli almi Unicorni, onde in lei la paura
Del tosco paventoso ardir diventa.
Che Laocoonte uccise, Eva deluse,
Et Euridice in sepoltura chiuse
Divota al Ciel le braccia alzò, et la mente,
E invocando di cor Christo humilmente
20Per conculcarlo, il suo velen confuse,
Fiaccolli i denti, e ’l capo gli contuse,
E fe il suo cuoio à Dio trofeo pendente.
Onde hor sublime, e pendulo nel tempio
Qual cocodrillo, che d’Egitto viene
25Ad ammirarsi il Christianesmo tira.
E i Demoni per dar più atroci pene
Al dorso di Maumeth nefando et empio
Fan delle spine horribil sferza, e dira.