Pagina:Canzone sopra la vittoria seguita contra l'armata Turchesca, Venezia, 1572.pdf/7

     Volse indrieto il suo corpo, e l’acque schive,
     Quando foste al suo corno un novo Alcide,
     Et sallo Ambratia, e tutto il lito infesto,
     Che serba anchor delle orme fuggitive,
     Poi che la fuga, e ’l sangue, e i tronchi vide
     Delle sue genti infide,
     E di lor vene far vermiglie l’onde,
     E l’arenose sponde.
     Foste allhor Marte, et fu con voi Quirino
     Ardito, e pellegrino:
     Pur sempre con la forza, e co ’l consiglio
     Aparte de la gloria, e del periglio.
Poi che di spoglie Orientali adorno
     Quasi lucido sol ne riportaste
     Le allegrezze interrotte, e i dì sereni,
     Al disusato studio anco io ritorno,
     E canto con che ardir dianzi n’andaste,
     A domar fieri mostri, e d’ira pieni,
     E por lor duri freni,
     E come poscia altier Giason novello,
     N’haveste l’aureo vello,
     Come fondaste in mar, come hor s’indonna
     Luminosa Colonna
     Vostro bel fregio, a termine prescritto
     Perche nol varchi l’ampio stuolo afflitto.
Ma ’l Ciel, che a maggior gloria vi destina
     Altra Argo, altri guerrieri, et altre imprese
     Altro mar v’apparecchia, et altri regni,
     Tosto c’havrà ripreso Salamina