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raccolto e prodotto del riso. 731

il terreno onde entrarvi con minor fatica per eseguirne il taglio ed il trasporto.

§ 743. La mietitura del riso si fa a mano coll’ordinaria falciuola del frumento ed alla sera lo si deve legare in manipoli e caricare sui carri per trasportarlo presso l’aja, facendone il macchio in luogo possibilmente asciutto o coperto. Nel formare questi mucchi si deve usare l’istessa avvertenza che indicai pel frumento, cioè di rivolgere le spighe all’indentro, e di ricoprirli in alto in modo che non possa entrarvi la pioggia nei caso che si dovessero fare allo scoperto. Anche il riso non si può considerare completamente costituito subito dopo la mietitura, poichè attira anch’esso nuove sostanze dallo stelo, per il che gioverebbe assai, quando il tempo lo permettesse, il lasciarlo in mucchio almeno per due o tre giorni prima di batterlo.

§ 744. La battitura del riso si può fare colle verghe o correggiato, e coi rulli o borioni scannellati disponendolo sull’aja nell’egual modo che si usa pel frumento, fuorchè in quantità quasi doppia relativamente all’altezza dello strato. Ordinariamente però si batte coi cavalli nel seguente modo. Si comincia dal collocare nel mezzo dell’aja, o nella sua parte più eminente, quattro o cinque manipoli in piedi, colle spighe in alto; attorno a questi, e sempre all’ingiro, si dispongono slegati e distesi gli altri fasci, ben compressi gli uni sopra gli altri, in modo però che le spighe rimangano scoperte. Questo ammasso circolare di manipoli dicesi tresca. Formata la tresca, vi si conducono sopra quattro o sei cavalli uniti a due a due, secondo la minore o maggior sua ampiezza; e questi si fanno girare di trotto sopra di essa in modo che tutta ne resti calpestata. Dopo un’ora circa con un rastrello di legno si leva dalla tresca tutta la paglia sparsa dal calpestío dei cavalli, continuando a far ciò durante tutto il tempo della battitura, affinchè i cavalli calpestino più direttamente le spighe, senza trovar un ingombro al loro girare. Dopo due o tre ore si levano i cavalli, e con forche larghe si rivolta la tresca all'infuori, in maniera da formare come un anello circolare intorno allo spazio che occupava dapprima, il quale rimane occupato dal risone, o riso vestito, che già ne venne staccato. Allora si fanno girare nuovamente i cavalli su questo anello circolare, fin a tanto che la paglia sia ben pesta, levando ancora quella sparsa che si ripone nel centro ove sta il risone, e quivi poi ripassano i cavalli finchè l’o-