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710 | raccolto e prodotto. |
vi ho trovato altro motivo che quello di prender tempo. La stagione avanzata, con giorni brevi e sole già debole pel suo abbassarsi, o meglio pel piegarsi in alto della terra, fa sì che il coltivatore prepara forse di notte battuto il suo melgone per poter approfittare subito del vegnente giorno. Ma questo motivo, che potrebbe scusarsi nei grandi tenimenti, e quando il melgone si raccoglie verso la fine di settembre o la metà di ottobre, è certamente un errore per chi lo raccoglie presto, e che proporzionatamente può disporre di molte braccia. Battendo subito la notte successiva al raccolto il grano difficilmente si stacca dal torso, si schiaccia e si rompe perchè, quantunque maturo, contiene molt’acqua; l’operazione riesce faticosa e lunga; il grano malconcio è facile ad ammuffire e guastarsi, e scema ancor molto di volume perchè, al pari del frumento, non ha tempo di cambiare parte della sua umidità coll’ultima porzione di materie solidificabili che ancora riceverebbe dal torso standovi unito per maggior tempo.
In molti paesi adunque, dove il melgone serve al mantenimento della famiglia stessa che lo ha coltivato, dopo il raccolto lo si lascia munito dei due o quattro cartocci più interni che rivestono la spiga, lo si lega a mazzi e lo si sospende sotto i portici, nelle stanze, o sotto le larghe grondaje dei tetti. In tal modo essica lentamente, succhia dal torso tutto quanto può; il grano indurisce, e quando è battuto si stacca facilmente senza rompersi o schiacciarsi, riesce più pesante e saporito, e meglio si conserva anche in seguito. Ridotto a mucchio, battuto e stagionato subito dopo il raccolto, l’umidità d’un grano si depone sulla superficie dell’altro vicino e così vicendevolmente. — Molti per evitare il guasto dei grani, per agevolare il succhiamento del torso e per render più facile la battitura, lasciano a mucchio le spighe, ed allorchè si trova che l’interno del mucchio si è riscaldato, si rivolta e si lascia ripetere il riscaldamento, indi si batte. Ma questa cosa non è tollerabile che in occasione di tempo piovoso, ma che prometta ancora qualche giorno di sole. Il calore è dovuto all’umidità del torso e del grano che induce una specie di fermentazione, per la quale si alterano in parte i principj costituenti, oltre che l’umidità che si svolge pel calore, trovando l’aria atmosferica più fredda si trattiene alla superficie del grano producendo facilmente le muffe.
Per terminare dirò, che chi raccoglie presto, od in epoca che prometta un bel tempo duraturo, se non vuol fare i mazzi,