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cure successive durante la vegetazione. 705


§ 722. Il melgone fiorisce verso la fine di giugno od al principio di luglio e, come potete vedere dalla fig. 174, porta il fior maschio diviso e lontano dal fiore femmina. Il fior maschio occupa la cima dello stelo, e la spiga o fiore femmina sta circa la metà del gambo. Al momento della fioritura il fior maschio spande una polvere giallastra, che è il polline, il quale cade sulle barbe od antere della spiga posta in basso, e queste antere comunicano la fecondazione ai loro rispettivi ovari, o grani, posti lungo l’asse o torso della spiga.

Ho voluto darvi questo breve cenno intorno alla fioritura ed alla fecondazione del melgone, per potervi spiegar meglio gli effetti d’una operazione troppo diffusa, e che presenta un falso utile, voglio dire della cimatura del fior maschio.

Nei paesi asciutti, affittati a coloni, si usa di tagliar via dalla pianta il fior maschio, due o tre foglie appena sopra la spiga, senza tener conto se la fecondazione sia avvenuta o no; che anzi, per somministrare al bestiame queste cime più tenere che si può, di solito si tagliano via dapprima; per il che manca quasi sempre al grano qualche cosa onde regolarmente si costituisca, e resta sempre alquanto più piccolo e leggero. Per buona fortuna un sol fiore maschio che anticipi la fioritura può, colla sua leggerissima polvere, fecondare molte piante anche a grandi distanze, quando in ciò sia ajutato da qualche venticello. Questa cimatura dunque non dovrebbe effettuarsi che dopo la fecondazione; ed anche fatta in seguito riesce sempre a scapito della robustezza della pianta, poichè col fiore si levano due o tre foglie, il che vuol dire che gli si levano in parte quegli organi che servono alla respirazione ed alla nutrizione della pianta. Per quest’ultimo motivo è poi immensamente dannosa la completa sfogliazione che si fa alla pianta appena che la spiga mostri di prendere un color giallo; e ciò allo scopo di ottenere ancor verdi lo foglie, pel mantenimento del bestiame, asserendosi che se si aspettasse a toglierle dopo la completa maturanza del melgone, riuscirebbero di qualità inferiore. E questa stessa ragione, è pure la condanna dell’operazione; poichè ciò vuol dire che il melgone maturando succhia dallo stelo e dalle foglie molte sostanze che servono ad una migliore sua costituzione.

Togliendo poi la cima e le foglie, nei paesi aridi e non irrigabili, si facilita l’ingresso al sole verso il suolo, il quale