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della fraina.
§ 700. La fraina, o grano saraceno, è una pianta che conviene soltanto al colle ed al monte come seconda coltivazione dopo la segale od il frumento, i quali in simili condizioni maturando più tardi non lascerebbero luogo ad altra coltivazione che richiedesse 1700 gradi circa di calore. Al piano poi non si coltiva per l’incertissimo e scarso suo prodotto, il quale inoltre lascia il terreno assai dimagrito. Ove non siavi un terreno molto sciolto e dove le piogge non siano frequenti, come avviene presso i monti, la fraina spesso non compensa le spese di coltivazione.
§ 701. Varietà. La fraina conta soltanto due varietà coltivate; la comune (polygonum fagopyrum) e quella detta di Tartaria (polygonum tataricum). La prima porta fiori di color bianco rossastro; il seme è di forma triangolare, vestito da una buccia nera, spogliato della quale rimane il grano che dà una farina bianchissima e saporita. Ordinariamente però si macina colla buccia, ed allora ha poco sapore ed è meno nutriente. La fraina non tallisce ma ramifica, ed i fiori crescono sulle ramificazioni. La varietà di Tartaria ramifica di più, porta fiori verdastri, produce maggior quantità di grano, teme però il freddo meno della prima.
§ 702. Composizione. La combustione della fraina ci dà a conoscere la seguente composizione delle ceneri:
Grano svestito. | Paglia. | |
Potassa e Soda | 28,84 | 8,65 |
Calce | 6,66 | 33,08 |
Magnesia | 10,38 | 9,46 |
Ossido di Ferro e Manganese | 1,05 | 1,60 |
Acido fosforico | 50,07 | 0,40 |
» solforico | 2,16 | 0,18 |
» silicico | 0,69 | 3,37 |
» carbonico | — — | 40,35. |
Quest’analisi delle sostanze organiche che, come tutte le altre, può variare d’alcun poco secondo la qualità chimica del terreno in cui cresce la pianta, c’indica non pertanto che il grano della fraina sottrae al terreno tanto di materie azotate quanto il frumento, se facciamo attenzione alla