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dell’avena. | 677 |
buona terra, e ciò sempre perchè in quest’ultimo caso tallisce maggiormente.
Seminato in primavera può servire a disporre il terreno a spianata.
§ 684. Raccolto. L’orzo si deve tagliare quando comincia ad ingiallire, poichè se lo si lascia maturare completamente nel campo, con grandissima facilità perde i semi. Si fa asciugare ed appassire nel campo, indi si ammucchia subito al coperto e si batte dopo qualche giorno. Si deve insomma maneggiare il meno possibile onde non perdere troppi grani.
Del resto la mietitura, la battitura e la ripulitura si eseguiscono come pel frumento, colla sola differenza che l’orzo, al pari del riso, rimane ancora vestito dalla loppa od involucro del fiore. Così stagionato si ripone nel granajo, e prima di usarne, come farina o per farne minestra, si deve pilare, o svestire.
§ 685. Prodotto. Il prodotto può variare per le solite diverse circostanze di terreno, di cure, di concime e di vicende atmosferiche, che qui non ripeto, e che voi potete benissimo immaginare.
Presa la pianta allo stato normale, 100 parti di essa ci danno:
Grano | 27 |
Paglia e Loppa | 54 |
Stoppia | 19 |
100. |
Dunque per ogni 100 di paglia si ha circa 50 di grano. Colla stagionatura il grano perde 13/100, e la paglia 17/100. Un ettaro di terreno può produrre dai 35 ai 40 ettolitri di grano d’orzo ed anche più; ed un ettolitro pesa circa 60 chilogrammi se coltivato in primavera e 70 se in autunno. Il valore commerciale dell’orzo è di 1/3 ad una metà inferiore a quello del frumento; per il che dove si può coltivare il frumento non converrà seminare l’orzo.
dell’avena
§ 686. Il grano dell’avena che una volta serviva anche a far pane, ora non è adoperato che per mantenere o ristorare le forze de’ cavalli. L’abbondante parte erbacea di questa pianta ce la rende preziosa anche qual foraggio verde tanto