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636 | malattie del baco da seta. |
qual volta si tocchi con questi un baco, deponendoveli sul corpo, esso, dopo un tempo più o men lungo, è preso da calcino e muore.
Il tempo che trascorre perchè un bigatto, trattato come si disse, cominci a mostrarsi preso da calcino, varia dai 6 sino ai 10 giorni, secondo la maggiore o minore temperatura.
La botrite certamente è un effetto di quella special alterazione che subisce il baco dopo la morte; ma ciononpertanto essa può divenir causa potendo riprodursi, ed agire come fermento, sopra un corpo analogo a quello da cui ebbe origine.
Quali sieno le cause di questo disastroso malore, non si sa ancora; quale il modo di prevenirlo e di curarlo, parimenti non si conosce, non conoscendone le cause. Chi ne dà la colpa alla qualità della foglia; chi al freddo od al caldo; chi all’umido ed al secco, ecc., ecc., e tutti hanno ragione, perchè il calcino spesso si sviluppa in ognuna di queste circostanze. A prevenirlo si prescrivono profumi deleterj alle muffe, e lavature ai locali, agli utensili, ecc. Chi lo cura col freddo, chi col fumo, chi con foglia medicata, e il morbo seguita a far stragi. Dunque? Dunque mi limiterò ad accennare alcuni fatti, dai quali lascio che tiriate voi le conseguenze.
1.° Il calcino domina assai più nelle regioni fredde ed assai ventilate, che nei paesi caldi.
2.° La semente di paesi caldi, trasportata in paesi più freddi, facilmente dà bigatti presi da calcino.
3.° I bigatti fatti nascere a gran calore spesso mostrano questa malattia anche nelle prime età.
4.° Il calcino infierisce specialmente nelle ultime età, quando il bigatto abbisogna di maggior calore, e talvolta scompare esponendo le tavole al sole.
5.° Il calcino fa maggiori stragi nei locali grandi che nei piccoli; più nei molto ventilati, che nei poco ariosi; più nella parte bassa dei locali che nella superiore più calda, e più ancora in quella parte del locale che maggiormente sia esposta alle correnti d’aria fredda.
6.° Questa malattia domina maggiormente negli anni freddi ed umidi, o di temperatura molto saltuaria; dovendosi forse a ciò l’infierire di essa dopo il raffreddamento prodotto da pioggie temporalesche.
7.° Chi educa in più breve tempo i bigatti, mantenendo calore, va meno esposto a vederli presi da calcino.