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628 | formazione del bozzolo. |
bosco, si devono raccogliere e deporveli ben vicino ed in basso, lasciando ad essi la scelta del restare o del salirvi. Solo si può usare qualche violenza a quei pochi bachi che anche dopo due giorni, da che i primi salirono, continuassero a rimaner sulle tavole. Invece però di attaccarli sul bosco delle tavole su cui stanno, è meglio riunirli e disporli tutti sopra tavole separate, nel luogo più caldo del locale. Con questa pratica si liberano le tavole da tanti bachi che fabbricando il bozzolo più tardi, imbarazzerebbero la raccolta di quelli dei primi; e da tanti altri che, non fabbricandosi bozzolo di sorta, perirebbero e col loro cadavere guasterebbero l’aria ambiente, ed anche lorderebbero gli altri.
Vi ho detto che nel 2.° giorno dopo la salita al bosco il baco si è già rinchiuso nel bozzolo, ed allora abbisogna ancor più d’aria e di caldo; e spesso all’incontro in questo momento l’educatore cerca di tener chiuso il locale per timore che i bozzoli scemino di peso. Errore grossissimo. Chi educa i suoi bigatti con aria e caldo, ha bozzoli più pesanti di chi li mantiene a bassa temperatura e senza ventilazione.
Aria e caldo negli ultimi momenti, nè mi stanco di ripeterlo. Ne volete dei fatti? Eccoveli. — Negli anni caldi, e quando specialmente le giornate che seguono la 4.a muta, e che comprendono la salita al bosco, sono calde e ventilate, il bigatto dopo otto giorni al più si fila il bozzolo, e si ha un prodotto più abbondante. — Chi educa i bachi relativamente più tardi, ha un prodotto più abbondante, più bello ed in minor numero di giorni. — Nel medesimo locale i primi bigatti che salgono al bosco sono quelli delle tavole superiori, e questi danno anche i migliori bozzoli, perchè in alto la temperatura è sempre maggiore. — Le tavole che hanno i bigatti più tardi e più malaticci sono le inferiori, per l’umidità e per la temperatura più bassa delle parti inferiori del locale. — Quei bigatti che sulle tavole non vogliono disporsi a filare il bozzolo, raccolti e posti in luogo caldo, e meglio ancora al sole, entro cesti o gerle, ove possa penetrare aria e caldo, filano per la più parte il bozzolo, mentre nelle prime circostanze non l’avrebbero fatto. — Questi sono fatti che non si possono negare; ma dei quali ben di rado si tien conto.
Finalmente se la stagione corre favorevole, otto giorni dopo che i bigatti si rinchiusero nei bozzoli, si trovano cangiati completamente in crisalidi, e si passa a farne il raccolto.