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nozioni generali sul baco da seta. | 605 |
aggrinzano presso la pelle della testa; e per questo complessivo rigonfiamento il moversi diviene impossibile, ed il corpo prende una posizione, per la quale il bigatto rimane a testa alzata, come pure stanno alzate le sei gambe anteriori.
Prima però di perdere affatto il movimento, trae il bigatto dalla bocca una seta o filo bianco finissimo, e ne attacca i fili a varj punti del corpo ed agli oggetti su cui giace, allo scopo di fissare la pelle, e facilitarsi l’uscita. Questo filo è quello che tengono quasi tutte le larve, le quali, dovendo vivere sulle piante, se ne servono per preservarsi dalle cadute, e per trasportarsi da un ramo all’altro. Per meglio fissare la sua pelle agli oggetti sui quali sta, il bigatto vi poggia i piedi posteriori in modo che, e per gli uncinetti finissimi e per quella specie di vuoto che sa formare rialzando il loro centro, essa vi resta aderente assai più che per effetto dei fili serici testè accennati; provate a distaccare una pelle abbandonata su qualche foglia e vedrete la verità di questo fatto.
Fissatosi in tal modo, il baco continua a gonfiarsi per l’umore che aumenta fra le due pelli, ed imprime al proprio corpo alcuni movimenti convulsivi i quali ajutano il distacco fra le due pelli. Finalmente si rialzano e si distaccano le squamette nerastre che sono alla bocca, e per questo foro comincia a mostrarsi la nuova bocca munita di squame più larghe e rossastre, indi per mezzo di continui movimenti, allungandosi nel corpo, esce la testa, ed escono le prime sei gambe, colle quali poi l’operazione riesce più facile, potendo far presa al di fuori della vecchia pelle; e così continuando, finisce a liberarsi d’un abito che non gli andava più bene.
Appena uscito, il bigatto è tutto ricoperto e molle dell’umore traspirato; è di color rossastro bruno; ha la pelle raggrinzata, che è il suo nuovo abito largo, il qual diverrà pure esso stretto; ha il muso più largo quadrato, e quasi dello stesso color della pelle. In seguito, pel contatto dell’aria il muso si fa oscuro e poi nerastro, e la pelle, distendendosi coll’ingrossare del baco, si fa biancastra.
Tutte queste mutazioni esterne si rinnovano ad ogni muta, e sono visibili finchè il bigatto non si rinchiude nel bozzolo. Io ho voluto estendermi un poco su di esse per mostrarvi quanto sia penosa pel baco da seta l’epoca delle mute, ed anche per farvi meglio intendere alcuni precetti pratici durante la sua educazione.
§ 616. Il bigatto dopo aver cangiata la pelle tre o quattro