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del gelso delle isole filippine. 599


Ora esaminiamo più minutamente alcuno di questi vantaggi. Ho detto che si moltiplica facilmente per talea, e ciò succede così facilmente che non conviene propagarlo con qualunque altro mezzo. Un pezzo di ramo munito anche di una sola gemma, conficcato in terra, anche non lavorata, dal febbrajo sino all’agosto, mette la gemmula e le radici avventizie dalla base della gemma e dalle lenticelle sparse sulla corteccia. Ma per formar vivajo, nel marzo le talee si mettono in terra lavorata, munite di tre occhi o gemme, due delle quali restino sotterra: questi rami non devono avere più di due anni, e meglio sarà se di uno, purchè siano vegeti; alcuno usa anche farli appassire per rinverdirli di nuovo coll’immergerli nell’acqua; si piantano poscia col foraterra, in linea ed alla voluta distanza. È però da notarsi che l’innesto fatto al piede nel venturo anno con qualche varietà del gelso bianco, dà origine ad un gelso vegeto sì dapprincipio, ma di minor durata, per la maggior porosità e minor robustezza delle radici del multicaule, per il che si abbandonò questo modo d’aver vivai; al contrario innestato il multicaule sul gelso bianco dura di più. Il gelso delle Filippine ha poi una sì grande facilità a metter radici, che si possono formare come dei semenzai, tagliando i rami giovani in tanti pezzetti quanti sono gli occhi, lasciandovi soltanto due centimetri circa di legno sopra e sotto ciascuna gemma (vedi fig. 71), disponendoli in varie linee infossate di 0m,05 come se fossero seminati, ricoprendo poscia col rastrello.

La facilità di propagar questo gelso per talea, congiunta alla proprietà di soffrir poco la sfrondatura, suggerì la possibilità a un secondo raccolto, tanto alimentando i bachi colla foglia di quelle piante che fossero state sfogliate per tempo in primavera, quanto usando del seguente modo. In primavera, nel terreno coltivato a cereali, per esempio a segale od a frumento, si conficcano in terra, alla distanza di 0m,60, tante talee, le quali ben poco fastidio danno alla vegetazione di quei generi; frattanto esse mettono le radici, e preparano le messe, che, dopo la mietitura dei cereali, prendono vigore, e così, pel mese di settembre, il campo trovasi convertito come in un vivajo o boschetto di gelsi, che potrebbesi spogliare per una educazione autunnale di bigatti; indi col nuovo lavoro del terreno si distrugge il vivajo.

Nel nostro clima poi non è conveniente l’allevare d’asta il gelso delle Filippine, perchè vegeta poco, soffre di più il vento,