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potatura del gelso. 583

fors’anche la foglia sarà un poco più larga, ma questa sua maggior larghezza non compenserà la minor quantità prodotta dalla pianta: oltre di che è certo che la foglia d’un gelso più rivestito di frondi è meno acquosa, ed assai più nutriente e salubre pel baco da seta.

§ 591. Osserviamo ora il taglio all’epoca in cui il gelso va soggetto alla sfrondatura, e che vien detto taglio d’estate, per differenziarlo dal taglio di primavera che è quello che si eseguisce prima che ingrossino le gemme, o per dar forma alla pianta nei primi anni, come abbiamo visto, o per rinvigorire una pianta che mostri di deperire.

La sfrondatura del gelso si fa dalla seconda metà di maggio sino alla seconda metà di giugno, od anche più tardi secondo il clima, non potraendosi mai oltre i primi dieci giorni di luglio, poichè in allora il gelso, come già dissi, cesserebbe d’essere una coltivazione conveniente. Ed il taglio deve alquanto modificarsi a seconda che si pratica in maggio, in giugno, od anche più tardi.

Ridotta la pianta nel quinto anno, come alla fig. 161, nel sesto si fa la prima sfrondatura, indi si accorciano le biforcazioni secondarie b, tagliandole a 0m,15 circa al di sopra delle primarie a, avvertendo che tutte rimangano ad eguale altezza o livello, perchè il gelso non resti zoppo, e perchè le più lunghe non attirino a sè gran parte dell’umore a scapito delle più basse. Su queste biforcazioni a e b sorgeranno le nuove cacciate che somministreranno la foglia pel venturo anno, e dopo la successiva sfrondatura si passerà a rimondare il gelso, lasciando soltanto una nuova biforcazione egualmente lunga sulle biforcazioni b, e così via via d’anno in anno, in modo che il gelso si presenti come un vaso, vuoto nell’interno, perchè vi circoli l’aria, e perchè l’uomo che coglie la foglia possa starvi comodamente (fig. 162). Questa divaricazione dei rami non deve essere però soverchia, onde non sia facile il loro schiantarsi con pericolo di chi deve salirvi.

Invece di accorciare ogni anno le biforcazioni principali, si potrebbe anche accorciarle un anno sì e l’altro no, poichè in tal guisa il gelso s’innalzerebbe meno rapidamente, e le diramazioni acquisterebbero maggior robustezza. A questo vantaggio s’aggiungerebbe pure che in caso di grandine, nell’anno che si lascia intiera la cacciata, il gelso non soffrirebbe molto e sarebbe ancora in grado di darci una discreta quantità di foglia per l'anno venturo; laddove se la grandine