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clima del gelso. 563

principio d’autunno; ed in parte superiore od erbacea, formatasi poco prima che la temperatura discendesse a 14°. Da varie esperienze risulta che la parte erbacea, per prendere la consistenza della pare legnosa verde, abbisogna di 170 gradi di calore, e che per ridursi allo stato di legno formato o stagionato ne occorrono da 450° a 460°, secondo le circostanze che più o meno possono far risentire alla pianta l’influenza del calore atmosferico e solare.

Quindi, per effetto della temperatura jemale, nei climi temperati, soffrirà tutt’al più la parte erbacea, ossia la cima dei rami; ma nei climi freddi, o soggetti a forti geli jemali, potrà soffrire eziandio la porzione legnosa ancor verde, la qual porzione comprenderà una maggior estensione, essendo che il minor calore dei mesi di settembre e di ottobre non permise che a ben poca parte della porzione inferiore di ridursi a legno formato o stagionato. Oltre chè, in tali condizioni di clima, la sfrondatura di gelsi facendosi assai tardi, e spesso anche verso la metà di luglio, le nuove messe perdono venti giorni circa della massima temperatura estiva.

Così, per determinare il numero delle foglie che si potranno avere per la sfrondatura di primavera, si calcoleranno 40 giorni circa incominciando dall’epoca in cui, la temperatura media essendo di +14°, si schiudono le gemme. Questi quaranta giorni si moltiplichino pei gradi di temperatura media d’ogni giorno, o d’ogni 7 o 15 giorni, la somma di questi gradi divisa per 58 ci darà l’approssimativa quantità di foglie che una gemma potrà produrre per l’educazione dei bachi. Avvertasi però che il quarantesimo giorno non debba oltrepassare i primi 10 giorni di luglio, poichè altrimenti la convenienza del gelso sarebbe assai dubbia, troppo breve essendo il tempo che gli rimarrebbe per rivestirsi ai nuovi rami, capaci di produrre per la seguente primavera l’opportuna quantità di fogliame. Per sapere poi se il gelso, dopo la sfrondatura, potrà produrre pel venturo anno foglia bastevole dà render vantaggiosa la di lui coltivazione, si sommano i giorni che passano tra la loro sfrondatura, ed il momento in cui la temperatura media scendendo a 14° non permette un’ulteriore vegetazione. Il restante numero di giorni si moltiplica per la temperatura media di ciascuno di essi, o d’ogni 7 o d’ogni 15, ed il prodotto totale si divide ancora per 58. Dal numero di questi giorni se ne deducono 6 o 7, che sono quelli che decorrono tra la sfrondatura ed il primo ingrossarsi delle