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502 | della potatura. |
che salgono verticalmente in alto. Tanto nei rami delle altre piante fruttifere quanto nel tralcio della vite, se l’umore salisse direttamente, portandosi facilmente sino alla cima, il tralcio sperderebbe la sua vigoría nel fare cacciate e foglie invece di produrre e mantenere il frutto. Guardate le cacciate vicine al collo e che salgono sulle pertiche a formare il tralcio del venturo anno, e le vedrete quasi sempre senza fiori, e se per caso ne hanno, dopo qualche tempo scompajono coll’allungarsi ed innalzarsi rapidamente del tralcio. Quando poi il tralcio fosse troppo lungo, è meglio tagliarlo qualche occhio dopo la legatura al palo.
Tutti i legami della vite, e singolarmente quelli presso il collo, devono essere piuttosto larghi, per non impedire la libera circolazione degli umori; e se si legassero i tralci a fili di ferro, si dovrà porre un cartoccio di melgone od altro che valga a difenderli contro la corrosione che eserciterebbe il ferro durante le giornate ventose.
I pali più usitati fra di noi sono quelli di castano dagli anni sei alli nove, secondo la forza di vegetazione; questi sono i più dritti e danno bell’aspetto alla vigna. Ve ne sono di quercia, ma riescono più costosi e più ritorti. Assai comuni sono pur quelli di robinia, ma questi devono essere scortecciati presto in autunno, e restare all’acqua in piedi, onde essere dilavati dal loro sugo proprio, che facilmente annerirebbe il tralcio. Si usano anche pali dolci di pioppo e di salice, ma durano pochissimi anni; quelli di quercia, castagno e cerro durano più di 8 o 9 anni, quelli ai robinia 5 o 6, e quelli dolci non più di quattro. Per aumentare la durata di questi pali sarebbe bene abbrustolirne la porzione che dev’essere conficcata nel terreno; oppure tagliarli in autunno, scortecciarli immediatamente e tenerli immersi nell’acqua per tutto l’inverno.
Dove le viti si tengono basse, a gambi separati fra di loro, oppure riunite in numero non maggiore di tre, servono abbastanza bene anche le canne. Gli antichi scrittori italiani mostrano che ne’ loro tempi i canneti erano molto in uso per questo scopo, perchè infatti in poco tempo ci forniscono un sostegno; e tuttora le canne sono assai adoperate in molti luoghi del Piemonte e del mezzodì della Francia, ove scarseggia il legname. Fra noi però l’uso delle canne diviene inutile, non potendosi applicare al nostro modo di allevare le viti, e soltanto potrebbero essere utilissime quando si coltivasse qualche pezzo di vigna bassa a ceppata.