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486 | formazione e concime della vigna. |
freddi; ora dunque sappiate che nei climi temperati o freddi, per supplire alla mancanza di temperatura, giova l’abbondanza degli alcali nel terreno, ossia la facilità, in cui trovasi il vegetale per assorbirli. Perciò facilmente intenderete come nei terreni sciolti calcari il vino riesca sempre migliore, e come il concime animale, essendo piuttosto ricco di materie organiche azotate, anzichè di calce e di potassa, favorisca assai più lo sviluppo erbaceo dei nuovi tralci e delle foglie, che non quello di un legno compatto, ben costituito, e di un’uva dolce. Per ciò, se il concime animale gioverà in parte al primo sviluppo della vite e quando sia deperente, esso non sarà necessario alla stessa pianta quando sia adulta e già buona da frutto.
Adunque nel preparare il concime per la vite dovremo aver riguardo alla qualità fisica e chimica del terreno. Nei terreni argillosi forti si procurerà di correggere la compattezza e la mancanza di calce con sassi posti sui fondo della fossa, con sabbia, avanzi e rottami di fabbriche demolite, fascine vegetali di poco valore, e melegazzi o fusti di melgone, ricchi di calce e potassa; i graspi d’uva ed i sarmenti recisi e fatti in pezzi, gioveranno anche come lenti ed appropriati concimi; la calce, il gesso e le ceneri agiranno nello stesso modo. Nei terreni sciolti silicei aggiungeremo calce, ceneri, loppa di cereali e rottami di legni, ed altre sostanze vegetali consimili, non troppo grossolane; in questi si potrà usare anche un poco di concime da stalla, il sovescio del lupino e del trifoglio incarnato. Nei terreni calcari tralasceremo di somministrar calce, ma vi aggiungeremo le ceneri, l’avanzo dei tralci e delle foglie dell’anno antecedente, i graspi d’uva, i melegazzi ben rotti e sminuzzati. Nei terreni vegetali non vi consiglio la vigna, e sarebbe un impazzire per distruggere in essi quelle proprietà che sono utilissime ad altre coltivazioni.
Sarà poi cosa ben fatta, facile e poco costosa, il procurarsi un ammasso di concime adattato alla vite, raccogliendo durante l’anno i frantumi di legna, le foglie, la legna ridotta a minuzzoli, proveniente dalla rimondatura delle viti e dei gelsi, le felci, ginestre, eriche, melegazzi, loppa di cereali battuti, graspi d’uva ed altre spazzature delle corti rustiche, mescolando il tutto assieme ed unendovi della calce viva, e poi inaffiare l’ammasso perchè fermenti e si decomponga. Giova pure tener in disparte, per usarne separatamente, ed in particolar modo per le viti novelle, le ceneri, il gesso e la pol-