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472 | coltivazione della vite. |
Russia dovettero stabilire pene e multe che opponessero un argine a tale frequenza; e che perciò s’istituirono società di temperanza; laddove nella Francia meridionale, nella Spagna e nella bassa Italia l’ubbriacarsi è più raro.
§ 483. Fra le cause per le quali la coltivazione della vite venne sempre più trascurata, si può annoverare l’incuria dei proprietarj e dei fattori, per cui tutto si abbandonò al capriccio ed alla poca cognizione del coltivatore; la coltivazione promiscua dei cereali; il maggior ombreggiamento del terreno; l’abbondanza crescente del concime da stalla prodotto dal miglioramento che subì l’agricoltura; e finalmente la carezza del legname.
Infatti, esaminiamo ora che cosa faccia il proprietario per formare una piantagione di viti. Esso, generalmente, acquista i magliuoli o le barbatelle dai venditori e coltivatori di vivaj, i quali per averle belle e rigogliose in poco tempo, le fanno di solito coi tralci delle viti che lussureggiano molto in fogliame, ma che d’ordinario sono le inferiori per qualità di uva. Pochissimi sono quei proprietarj o quelli agenti che vadano essi medesimi in tempo della vendemmia a segnare i tralci coi quali si possano ottenere buoni magliuoli. L’impianto poi si fa troppo fitto e col solito letame da stalla; e per cinque anni consecutivi si allevano innalzandole poco per volta, formando una infinità di nodi, di tagli, di seccumi, ed un gambo tortuoso e bernoccoluto, dal quale ogni anno sorge gran quantità di polloni e cacciate, a scapito delle principali che voglionsi mantenere in vigore. Dopo il quinto anno, munita la piantagione dell’occorrente legname, il proprietario la consegna al colono. Sin qui gli errori sono attribuibili al proprietario; ora vediamo se il coltivatore agisca meglio. Ma anche il colono coltivatore, per la qualità del contratto col quale lavora il fondo, è sgraziatamente trascinato a trascurare la coltivazione della vite.
Infatti il colono è obbligato a coltivare nello stesso campo il frumento di fitto, il gelso pei bachi da seta, il melgone ed altri generi pel mantenimento della propria famiglia, non che le erbe da foraggio pel bestiame. Così, per lavorare presto il terreno pel frumento, taglia subito dopo la vendemmia i tralci che ingombrerebbero il terreno, spesso senza distinzione di buoni o di inutili. In primavera per anticipare i lavori pel melgone, tarda troppo a potare e tendere le viti, oppure consegna alle donne questa importante operazione. In seguito,