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450 epoca del taglio delle erbe.


Come ben si vede, diverse saranuo le erbe che fioriranno in primavera, da quelle che fioriranno in estate od in autunno; e l’epoca di questa fioritura non sarà eguale in tutti i paesi, dipendendo dal grado di umidità e di calore, e dalla qualità del terreno di ciascuna località.

Epperò, nei climi temperati si hanno tre epoche principali di fioritura. Una in maggio, fioritura maggenga, o taglio maggengo; un’altra in luglio, detta impropriamente fioritura o taglio agostano; ed una terza in settembre, detta erba terzuola o taglio terzuolo. L’erba che cresce in seguito a questo taglio dicesi erba quartirola, la quale vien sempre falciata o pascolata ancor verde, non avendo nè tempo nè caldo sufficiente per maturare, o per disseccare.

Presso i monti si fa un taglio maggengo, che realmente accade in giugno od in luglio, ed un altro taglio sulla fine di agosto o di settembre, ed in fine il terzo si riduce ad un erba terzuola non atta a far fieno perchè troppo tenera. Sui monti, come si è detto, dopo il primo taglio, l’erba si pascola, o si taglia costantemente verde. Sui pascoli più alti invece conviene pascolarla interamente, perchè si perderebbe troppo tempo quando si volesse lasciarla maturare convenientemente pel taglio. La marcita ed il prato a spianata, che danno quasi sempre un’erba grossolana, devonsi, qualora vi sia la possibilità, tagliare quando le erbe sono ancor tenere, per consumarle verdi a mantenere il bestiame. Se si volesse far seccare quest’erba, oltre che si perderebbe qualche taglio, si avrebbe minor profitto, il fieno riescirebbe troppo grosso e duro, e nel disseccare perderebbe molte sostanze utili. Un’egual estensione di prato entro un anno darà maggior quantità di latte, oltre alla minor spesa di essiccamento, stagionatura, e conservazione del fieno, consumandone l’erba, che non convertendola in fieno. Questa è la convenienza che gli agricoltori della bassa trovano nelle marcite e nei prati a vicenda.

Tutto ciò non toglie che in molte località anche le spianate possano dare buon fieno, come avviene nel Lodigiano, ed in parte del Pavese e del Milanese; ma chi mantenga bestiame, deve procurare di consumar più erba che può, riducendone a fieno soltanto quella quantità che occorre pel mantenimento nell’inverno.

La prima erba dicesi matura al taglio quando è quasi maturo il seme della lojessa (fig. 134), dell’antossanto odoroso,