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448 | rinnovamento dei prati vecchi. |
Se però il terreno fosse leggermente torboso, basterà concimarlo abbondantemente con gesso, con ceneri e calce in polvere, mista a sabbia. Ma se oltre all’essere torboso, fosse anche un poco paludoso, quando il clima lo permetta, sarà meglio ridurlo a risaja; e se sarà freddo, a bosco di ceppate d’onizzo.
Se una prateria, quantunque dia una buon erba, consuma tropp’acqua, a scapito del prodotto; se da un prato a cattiva disposizione si vuol ottenere un prato ben disposto; oppure se vuolsi ridurre un prato stabile a marcita, senza romperlo e senza perdere il vantaggio della cotica già formata di vere erbe pratensi, si usa scoticare il prato, ossia levare la cotica col badile, riporla in mucchi, ed in seguito aggiustare il terreno nei modi più convenienti, riapplicandovela ossia coprendolo nuovamente colla cotica stata levata.
Una maniera facile per levare le cotiche, è quella di tagliarle con qualche strumento in tanti quadratelli non più larghi di 3 decimetri ai 4. Perciò si adatta un ronchetto o falcino ricurvo ad un bastone che serva a tirarlo col becco rivolto all’ingiù, mentre con altro bastone piantato in senso opposto all’indietro si tien fisso il falcino nella cotica (fig. 133). 133. Con questo istrumento si fanno dapprima tanti tagli longitudinali distanti l’uno dall’altro 3 o 4 decimetri, indi se ne praticano altrettanti trasversali, egualmente distanti. Così la cotica del prato vien divisa in tanti quadratelli regolari, che facilmente si possono levare col badile unitamente ad un’oncia